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INCONTRARSI IN ALTO PIEMONTE

Il progetto “Contrordine” nasce da un’idea di Ivan Giuliani, produttore di vino, e Davide Minoletti, ristoratore. Una sera decidono assieme di dare vita a qualcosa di comune, che sappia di re-incontro e che rimetta loro gomito a gomito come ai tempi della scuola.

Ivan si mette alla ricerca del vigneto ideale nella zona dell’Alto Piemonte, nello specifico in Provincia di Novara dove è nato. Da viticoltore, proprietario di “Terenzuola”, realtà nei Colli di Luni, Ivan sa come muoversi sui suoli splendidi che partono dalle ghiaie alluvionali e finiscono ai porfidi viola, e grazie all’incontro con Davide Carlone, anch’esso noto viticoltore novarese, inizia a realizzare il suo sogno.

La gestione di un appezzamento di terreno nella Doc di Boca e un piccolo conto lavorazione in cantina fanno da preambolo ad un’etichetta che vuole rappresentare i due lati della sua vita e che, come Buster Keaton, vuole fare apparire semplice quello che in realtà è complesso.

Nel frattempo Davide, con una cassa di risonanza enorme chiamata “La Rampolina” fa assaggiare a centinaia di persone il loro progetto.

Contrordine vino nebbiolo Terenzuola
Buster Keaton Contrordine
Contrordine vino nebbiolo Terenzuola

INCONTRARSI IN ALTO PIEMONTE

l progetto “Contrordine” nasce da un’idea di Ivan Giuliani, produttore di vino, e Davide Minoletti, ristoratore. Una sera decidono assieme di dare vita a qualcosa di comune, che sappia di re-incontro e che rimetta loro gomito a gomito come ai tempi della scuola.

Ivan si mette alla ricerca del vigneto ideale nella zona dell’Alto Piemonte, nello specifico in Provincia di Novara dove è nato. Da viticoltore, proprietario di “Terenzuola”, realtà nei Colli di Luni, Ivan sa come muoversi sui suoli splendidi che partono dalle ghiaie alluvionali e finiscono ai porfidi viola, e grazie all’incontro con Davide Carlone, anch’esso noto viticoltore novarese, inizia a realizzare il suo sogno.

La gestione di un appezzamento di terreno nella Doc di Boca e un piccolo conto lavorazione in cantina fanno da preambolo ad un’etichetta che vuole rappresentare i due lati della sua vita e che, come Buster Keaton, vuole fare apparire semplice quello che in realtà è complesso.

Nel frattempo Davide, con una cassa di risonanza enorme chiamata “La Rampolina” fa assaggiare a centinaia di persone il loro progetto.

Ivan si racconta

Nasco a Novara, e ho abitato sul Lago Maggiore per piú di vent’anni.

A ottobre del 1993 per motivi familiari, decido di trasferirmi sopra Sarzana, nei Colli dei Luni, tra Liguria e Toscana, dove da ragazzo trascorrevo le mie vacanze estive.

La volontà era di dare un piccolo aiuto in vigna, in concomitanza con l’Università, ma il colpo di fulmine fu così grande che decisi di cambiare vita, dedicando anima e corpo all’azienda di famiglia.In pochi anni i pochi filari sono diventati una realtà di 25 ettari chiamata Terenzuola.

Inizialmente evitavo di risalire al Lago, per la paura di essere catturato dai ricordi infantili e adolescenziali, ma quella volta, durante la cena “dei coscritti” non potei rifiutare. La serata era stata organizzata al Ristorante La Rampolina di Davide Minoletti con cui avevamo condiviso affetti importanti in famiglia.

Inizialmente evitavo di risalire al Lago, per la paura di essere catturato dai ricordi infantili e adolescenziali, ma quella volta, durante la cena “dei coscritti” non potei rifiutare.

La serata era stata organizzata al Ristorante La Rampolina di Davide Minoletti con cui avevamo condiviso affetti importanti in famiglia.

Serata magica in un contesto magico e, come da predizione, a cena non ancora ultimata, io e Davide ci promettemmo di fare qualcosa di particolare insieme per i nostri 50 anni, che avremmo compiuto da lí a 5 anni.

Tra cibo e vino, elementi che assorbono completamente la nostra giornata, manifesto la mia volontà di produrre qualche bottiglia di Nebbiolo in Alto Piemonte, in provincia di Novara e in Davide trovo una porta spalancata: oste nel DNA, con passione e professionalità, interpreta i prodotti della sua terra, che siano carni, vini o formaggi, con grande visione, ricerca e rispetto.

Ci stringiamo la mano e inizia l’avventura!

Mai e poi mai avrei immaginato che avrei passato due anni a studiare nel dettaglio tutti i vigneti della zona, tra Briona, Fara, Sizzano, Ghemme e Boca, prima di trovare il posto del cuore. Questo areale nasce dall’esplosione di un Supervulcano ed è caratterizzato dalla presenza di sabbie verso la pianura, per la sponda novarese, terreni molto ricchi intorno a Ghemme e porfido nella parte alta di Boca. È proprio qui che avevo messo gli occhi, su alcuni piccoli appezzamenti che sono però conservati gelosamente dai pochi produttori locali. Una domenica mattina, che ricorderò per tutta la vita, decido di fare una passeggiata lungo la Traversagna, una strada a mezzaluna che unisce il Santuario di Boca a Grignasco. Sarebbe stato il mio addio al progetto, poiché all’alba della vendemmia 2021 non avevo ancora trovato niente. A metà del tragitto trovo il mio posto del cuore con Gattinara sulla mia destra, Ghemme sulla sinistra, Novara sullo sfondo della piana e una luce immensa con il Monte Rosa a fare da guardiano alle spalle. Sotto i piedi, porfido viola, avevo un rigore da tirare a tempo scaduto, e, leggendo il cartello sui vigneti che mi circondavano, non ho esitato a contattare la famiglia Carlone, proprietaria di quell’angolo di mondo di cui mi ero innamorato a prima vista.

Da quel giorno è stato un turbinio di progetti, collaborazioni creative, nuove amicizie, grande riconoscenza e rispetto per i fratelli Carlone, Davide e Michela che mi hanno permesso di occuparmi di piccole porzioni dei loro vigneti, da cui oggi ottengo i vini Nebbiolo, Erbaluce e Boca

Chiamiamola fortuna, chiamiamola opportunità, ma alla fine quel sogno è diventato realtà.

Al nuovo progetto io e Davide abbiamo dato un nome bizzarro seppur ispirato al mio ritorno alle origini, dopo tanti anni passati nei Colli dei Luni: il Nebbiolo CONTRORDINE.

Seguiranno un Nebbiolo quotidiano “CONTROMANO” e un Erbaluce “CONTROLUCE”

In etichetta, insieme all’amico grafico Alfio Antognetti, sempre ispirati a quell’immagine di rimpatrio, decidiamo di realizzare un’illustrazione di stampo surrealista: una figura maschile con un calice in mano che procede in avanti ma si guarda indietro. Quell’uomo sono io, con la testa al lago e il corpo al mare.

Ivan Giuliani